giovedì 31 gennaio 2008

mercoledì 30 gennaio 2008

The humanitarian crisis in Greater Darfur, Sudan

Waiting for water - Darfur - Sudan
Waiting for water - Darfur - Sudan
Photo : Peter Holdsworth

The humanitarian crisis in Darfur – one of the poorest regions of Sudan - has become the worst in the world since hostilities broke out in February 2003, according to the UN. The situation is still extremely worrying and most experts warn that it could deteriorate further. It is estimated that between 180,000 and 300,000 people have died as a result of this conflict. About 2,5 million people are affected by the crisis, which is more than a third of the total population of Darfur. 1,8 million people have been displaced inside Darfur, and more than 200,000 people have fled across the border into Chad. Serious violations of human rights have been reported by the UN and human rights organisations.

Relief organisations are still facing problems reaching people in need, due to insecurity, poor road infrastructure, the size of the territory affected (roughly equivalent to France), and the ongoing rainy season. Therefore, according to the United Nations, needs in most sectors (food, shelter, clean water, primary health care) are only being partially met.

The European Commission has urged the Government of Sudan to abide by its obligations regarding the protection of its own citizens. This includes actively disarming and prosecuting armed groups acting against civilians. The EC has also provided funds to organisations with an international mandate to protect vulnerable civilians. Following a ceasefire agreement between government and rebel forces in April 2004, the Commission agreed to provide €92 million to support African Union peace keeping efforts.

ECHO's response so far targets conflict-affected people in the Darfur region and refugees who have fled to

domenica 27 gennaio 2008

الجبنة

تستعمل الجبنة كأداة لشرب القهوة ، والقهوة السائدة في السودان هي القهوة التركية

البخصة

إناء مصنوع من ثمر القرع يستعمل لحفظ الحليب واللبن (الروب)

الحق

إناء مجوف مصنوع من الخشب يستعمل لحفظ وتخزين العطور المجففة وغالباً ما يستعمل في الأفراح ومناسبات الزواج والختان.

الطبق

غطاء مصنوع من سعف النخيل (سعف الدوم) ويستعمل لتغطية الطعام و أيضاً في الزينة.

المُصلاية

مصلاة مصنوعة أيضاً من السعف

الدلوكة

آلة من الآت الطبل تستعمل للعزف أي الدق عليها في الأفراح والمناسبات السعيدة وغالباً ما تستخدمها البنات (دق الدلوكة).

mercoledì 23 gennaio 2008

The humanitarian crisis in Greater Darfur, Sudan

Waiting for water - Darfur - Sudan
Waiting for water - Darfur - Sudan
Photo : Peter Holdsworth

The humanitarian crisis in Darfur – one of the poorest regions of Sudan - has become the worst in the world since hostilities broke out in February 2003, according to the UN. The situation is still extremely worrying and most experts warn that it could deteriorate further. It is estimated that between 180,000 and 300,000 people have died as a result of this conflict. About 2,5 million people are affected by the crisis, which is more than a third of the total population of Darfur. 1,8 million people have been displaced inside Darfur, and more than 200,000 people have fled across the border into Chad. Serious violations of human rights have been reported by the UN and human rights organisations.

Relief organisations are still facing problems reaching people in need, due to insecurity, poor road infrastructure, the size of the territory affected (roughly equivalent to France), and the ongoing rainy season. Therefore, according to the United Nations, needs in most sectors (food, shelter, clean water, primary health care) are only being partially met.

The European Commission has urged the Government of Sudan to abide by its obligations regarding the protection of its own citizens. This includes actively disarming and prosecuting armed groups acting against civilians. The EC has also provided funds to organisations with an international mandate to protect vulnerable civilians. Following a ceasefire agreement between government and rebel forces in April 2004, the Commission agreed to provide €92 million to support African Union peace keeping efforts.

ECHO's response so far targets conflict-affected people in the Darfur region and refugees who have fled to Chad.



In merito alle critiche espresse dal Presidente dei Giovani Musulmani d'Italia per la mancata visita dell'Imam Ala Eldin Al Ghobashy al Tempio Maggiore di Roma, Daniele Nahum e Michele Disegni, rispettivamente Presidente e Vice Presidente dell'Ugei, hanno dichiarato: “Apprezziamo le parole di Anas. Sono anni che l'UGEI sostiene la fondamentale importanza del dialogo interreligioso. Attraverso il dialogo è possibile sconfiggere i rigurgiti di antisemitismo ed islamofobia presenti nella nostra società. Inoltre crediamo che in questo momento ci siano battaglie che accomunino Ebrei e Musulmani che meritano di essere condivise. Per questo invitiamo Anas ed una delegazione dei Giovani Musulmani d'Italia a discutere del problema dell'integrazione nel nostro paese presso una Sinagoga Italiana”.

PORTALE IMMIGRAZIONE - Automazione Permessi/Carte di Soggiorno

PORTALE IMMIGRAZIONE - Automazione Permessi/Carte di Soggiorno

martedì 15 gennaio 2008

Nulla cambia in Darfur

domenica, gennaio 13, 2008

Una lettera a Minni Minnawi


[Riceviamo e pubblichiamo. L.S.]

Sede della Sezione italiana dello SLAM

In occasione della santa festa dell’Eid Al-Fitr Nhenei si mandi il saluto al popolo sudanese in generale e alla popolazione del Darfur, rifugiati e sfollati

Dopo il genocidio, il regime ha organizzato dei campi di sfollamento. Molte persone avrebbero voluto nei loro villaggio, cone le loro attività agricole e pascoli per il bestiame. Ma questi villaggi sono stati dati dalla minoranza araba a tribù di mercenari Janjaweed provenienti da Niger, Ciad, Mali e altri paesi, e nell’ultima settimana del mese sacro di Ramadan c’è stato ancora genocidio degli abitanti della regione di Muhujarija. All’interno della moschea l’iman, donne e bambini sono stati uccisi dai Janjaweed e da soldati del governo sotto la copertura di tre aerei.
Non è la prima volta che questo Governo uccide dei cittadini nel mese di Ramadan, anche all'interno del Palazzo della Repubblica, quando vennero uccisi funzionari: il mondo intero lo sa. Ora Minni Arcu Minnawi è Consigliere principale per il Presidente e Presidente del Movimento di liberazione del Sudan (SLM); egli ha firmato con il Governo un accordo di pace ad Abuja; nel marzo scorso il governo ha bombardato con carri armati una casa di membri dell’SLM, alcuni dei quali già feriti in scontri di guerra, nel cosiddetto “Distretto degli Ingegneri” di Omdurman.
Io chiedo a Minni Arcu Minnawi, allora, qual è il senso di un accordo di pace? Quella che vediamo non è pace. Tutti i movimenti del Darfur, se fanno un accordo con il governo, è un accordo vero. Il governo si copre nel nome dell’Islam, però lo stupro di donne e l’assasinio di bambini ed anziani non è un modo di fare dell’Islam.
Con questa lettera, inoltre, condanniamo l'atto criminale che ha avuto come vittime membri delle forze dell'Unione Africana ad Haskanita. Il Governo sudanese accusa i movimenti di liberazione di aver organizzato l’azione mortale. Noi chiediamo che la comunità internazionale invii una commisisone d'inchiesta per stabilire la verità e mandare i responsabili davanti al tribunale dell’Aja.
Chiediamo inoltre che Minni Arcu Minnawi, come già Selfakir Miardet presidente del SPLA del Sud del Sudan, esca dal Governo con tutti i suoi Ministri e collaboratori. Già in molti casi un membro del Governo è stato ucciso, come per esempio capitò a John Greng e Zubeir e Ibrahim Shemseddin. Non vorremmo che anche Minni Minnawi fosse in questa lista.

Kuis08@yahoo.com
Suleiman Ahmed Hamed
Rappresentante del Movimento di liberazione del Sudan

Etichette: , , ,

Lo stupro come arma: il Darfur è anche questo.

"I could hear the women crying for help, but there was no one to help them.”


Dal 2003, inizio del conflitto in Darfur, migliaia di donne e bambine sopra gli otto anni sono state stuprate e ridotte a schiave sessuali dai miliziani janjaweed. Gli attacchi avvengono spesso mentre le donne si allontanano dai campi profughi, per le normali attività di ogni giorno, e gli stupratori sono quasi sempre in gruppo. Di ritorno al campo, le donne vengono rinnegate dalle loro stesse famiglie.
Lo scopo dei janjaweed, con la complicità delle forze regolari sudanesi, è infatti umiliare, punire, controllare, e terrorizzare la comunità da cui provengono. Lo stupro diventa così un'arma e porta, oltre al trauma in sè, le mutilazioni genitali, le ferite, l'alto rischio di contrarre e diffondere l'AIDS e altre malattie sessuali.
Refugees International ha ora rilasciato "Laws Without Justice", un dossier sull'accesso ai servizi legali delle vittime di stupro in Sudan: ne emerge un quadro dalle tinte fosche, in cui le donne sono vittime due volte.
Un chiaro esempio è il rischio, per la donna che denuncia le violenze ma che non riesca a provarle, di essere accusata di "zina", adulterio: la pena è morte per lapidazione per le donne sposate o centinaia di frustate per chi non lo sia.
Anche il ricorso alle cure mediche fornite dalla ONG presenti in Darfur risulta difficile e rischioso. Le ONG sottostanno alle rigide regole del Governo per continuare a operare nel terriorio, nonostante intimidazioni e attacchi, e perdono così molta della fiducia delle vittime, costrette spesso a compilare un modulo di denuncia che le espone ai rischi della giustizia sudanese.
Queste sono solo due delle conclusioni a cui sono giunte le analisi della Refugees International. Il resto lo trovate qui.

Link:
"Darfur Advocacy Agenda": come fermare la violenza sessuale in Darfur

Etichette: , ,

giovedì, gennaio 10, 2008

Non tutte le guerre si imparano a scuola

ROMA - Venerdì 11 gennaio 2008 alle ore 10:00 presso la facoltà di Economia Federico Caffè dell’Università degli studi Roma Tre, in via Silvio D’Amico 177, si terrà un workshop sulla situazione storico-politica in Darfur e le cause che hanno portato alla violenta evoluzione del conflitto.

Dopo l'introduzione si proseguirà concentrandosi sul lavoro svolto dalle numerose ONG che operano sul territorio, con testimonianza di vita quotidiana nei campi rifugiati, cercando anche di capire attraverso le loro parole le difficoltà della cooperazione internazionale in territori di guerra completamente dimenticati dai media se non nei casi di estrema emergenza per poi venire lasciati di nuovo nel dimenticatoio.

Elemento importante del workshop e obiettivo dell'Aiesec è l’interazione tra i relatori e gli studenti presenti, per lo più della facoltà di Scienze Politiche ma anche di Economia e Lettere e Filosofia, proprio per questo sarà lasciato ampio spazio alle domande e al dibattito nell’ultima mezz’ora della sessione.

Il post è ripreso da Diregiovani.

Etichette:

giovedì, gennaio 03, 2008

Una canzone per il Darfur all’”Arè rock festival”


Al via le selezioni della seconda edizione dell’Arè rock festival 2008”,competizione aperta a tutte le band emergenti provenienti da ogni parte del Mondo e che lo scorso anno ha avuto un enorme successo di pubblico e critica.Nella competizione si esibiranno 30 band di vari generi musicali che si contenderanno i 2000 euro messi in palio dall’organizzazione.La scadenza per le iscrizioni è fissata per il 31 Gennaio 2008.


La grande novità di quest’anno è costituita dall’apertura di una sezione intitolata”una canzone per il Darfur”,in cui verranno presentati brani inediti che parlano della situazione nella tormentata regione sudanese,dove da oltre quattro anni si combatte una sanguinosissima guerra che ha provocato oltre 300.000 morti e 2.500.000 sfollati..

Lo scopo di questa importante iniziativa da parte dell’organizzazione del festival è appunto quello di far conoscere,attraverso un mezzo universale quale la musica,ciò che accade da ormai troppo tempo in Darfur nella totale indifferenza della gente e dei mass media.

La competizione si terrà a Barletta dove, nelle scorse settimane, è stato approvata in Consiglio Comunale una risoluzione in cui veniva sollecitato il Governo italiano a fare di più per mettere fine al massacro del Darfur.

Link:arèrockfestival

giovedì, dicembre 27, 2007

Niente cenone di Capodanno per i bambini del Darfur


(foto del New York Times)

Il nuovo rapporto dell' ONU non lascia spazio alle speranze, neanche in questi giorni di feste e celebrazioni: il 16,1% di bambini del Darfur sono malnutriti, contro il 12,9 % dell'anno scorso. Tra i 6 e i 29 mesi di età e nel Nord Darfur, i casi peggiori di malnutrizione. Il dossier ha confrontato i dati provienienti dai campi profughi, dove sono costretti a vivere oltre due milioni di persone, e dalle aree colpite dalla guerra.
In Darfur operano oltre 80 ONG e tredicimila operatori umanitari ma, nonostante il loro impegno e le enormi risorse finanziare messe in campo, le condizioni igieniche, la distribuzione dei viveri e le condizioni di sicurezza continuano a peggiorare, e si moltiplicano gli attacchi agli operatori umanitari, aumentati del 150%.
Mentre a Karthoum sfrecciano i SUV ei fuoristrada, i campi allestiti in Darfur si riempiono all'inverosimile di madri depresse e di bambini esangui.
Madri a cui è rimasta solo la forza di piangere la scomparsa dei loro figli.

Etichette: , , ,

lunedì, dicembre 24, 2007

Italians for Darfur in "four nights with art"

Più informazione sul massacro in Darfur!
E' chiaro il messaggio lanciato dai presenti nella serata organizzata nell'ambito di
"four nights with art" da Plaza de Mayo e Italians for Darfur Puglia.
Durante l'evento è stata presentata la mostra di vignette denominata "una vignetta per il Darfur,diamo colore all'informazione"con le tavole disegnate da numerosi vignettisti italiani tra cui Staino,Mauro Biani,Piero Tonin,Vincino e tanti altri,e il reportage di Italians for Darfur girato da Antonella Napoli "Andata e ritorno dall'inferno del Darfur".
Sono stati anche raccolti fondi grazie all'impegno delle ragazze di Plaza de Mayo,che hanno proposto una riffa,e hanno devoluto 3 euro per ogni ingresso alla scuola in Darfur di Padre Vincenzo Donati.


Da sottolineare gli interventi di Rocco Dileo per parlare della risoluzione approvata dal Consiglio Comunale di Barletta e sottolineare come in Italia non si dia assolutamente peso alla tragedia che sta colpendo il Darfur da ormai oltre quattro anni,se non grazie all'impegno di pochi volontari,e Sulliman Ahmed come rappresentante dei rifugiati del Darfur in Italia.

Proprio da Sulliman arriva una concreta testimonianza del dramma che si vive nella tormentata regione,raccontando dei bombardamenti che ha subito il proprio villaggio e alla fuga che lo ha visto,come tanti altri disperati,attraversare il deserto a piedi e senza acqua per giorni,nella speranza di trovare un camion che lo portasse in Libia per poi attraversare il Mediterraneo.
Sulliman l'ha trovato,tanti altri no,e sono morti del deserto,vittime anche loro di una guerra di cui non fanno parte e che li vede perseguitati perchè colpevoli di essere africani.

Il mio personale ringraziamento va a chi ha reso possibile la serata,che mi ha dato la possibilità di ascoltare e parlare con Sulliman,che secondo me è la faccia di un popolo che è costretto a subire sofferenze immani e che ha veramente bisogno di maggiore attenzione,aiuto e impegno da parte di tutti.

venerdì, dicembre 21, 2007

Italians for Darfur

Parte dalle università la campagna per il disinvestimento

Carissimi, siamo riusciti con grande fatica a realizzare a dicembre un'iniziativa per il Darfur nel mese in cui l'Italia ha assunto la presidenza del Consiglio di sicurezza dell'Onu. Attraverso il lancio della campagna per il disinvestimento in Sudan abbiamo sollecitato il nostro governo a fare di più per sbloccare l'invio della missione di peacekeeping in Darfur. Alcuni organi di informazione hanno ripreso la notizia. Vi segnalo alcuni link e posto l'agenzia Ansa che è uscita ieri e che ha diffuso anche un nostro comunicato.
Un caro saluto a tutti e buone feste.
Antonella


SUDAN: 'ITALIANS FOR DARFUR' LANCIA CAMPAGNA DI DISINVESTIMENTO

(ANSA) - ROMA, 20 DIC - E' partita stamane anche in Italia la campagna di disinvestimento in Sudan promossa dal movimento per i diritti umani 'Italians for Darfur' e dalle ong internazionali 'Save Darfur' e 'Aegis Trust'.
La campagna, hanno spiegato i promotori, e' mirata a ''dirottare gli investimenti delle aziende italiane in Sudan, il cui governo si e' macchiato di gravi crimini contro l'umanita', verso altri paesi costringendo cosi' le istituzioni sudanesi a porre fine allo sterminio in Darfur''.
L'iniziativa, che ha visto coinvolte molte universita' italiane tra cui 'La Sapienza' e 'Tor Vergata' di Roma, la 'Federico II' e l' 'Orientale' di Napoli e l'Universita' di Salerno, e' stata l'occasione per alcuni studenti e militanti delle associazioni di distribuire volantini e materiale informativo sulla crisi in atto in Darfur, e di indossare per l'occasione magliette con lo slogan ''Stop for blood in Darfur''.
Con questa campagna si promuove il ''consumo responsabile'' - come si legge in un comunicato di 'Italians for Darfur' - che si sta diffondendo in tutto il mondo industrializzato. ''Con le informazioni che forniamo ai cittadini, cerchiamo di stimolare il senso critico comune alimentato dalla libera circolazione di notizie spesso criptiche, applicato alla scelta dei fondi azionari, dei prodotti e dei servizi sul mercato'' ''Il consumatore critico a cui ci rivolgiamo - prosegue il comunicato - dovrebbe porsi domande sulle conseguenze della produzione e del commercio dei prodotti e dei servizi delle singole grandi aziende, nazionali e multinazionali che operano in collaborazione con il Sudan o che svolgono le loro attivita' nel paese'', hanno proseguito.
Cio' che 'Italians for Darfur' intende sottolineare e' che con la disinformazione si corre il rischio di ''rendersi complici del massacro in atto in Darfur''. Per questo, hanno aggiunto, ''cerchiamo di far comprendere che scegliendo determinati investimenti si rischia di finanziare inconsapevolmente le milizie janjaweed che uccidono popolazioni di interi villaggi in Darfur da oltre quattro anni. Gia' 400.000 civili sono morti e piu' di due milioni sono i rifugiati nei campi profughi''.

I04
20-DIC-07 17:49 NNNN

venerdì, dicembre 14, 2007

ROMA: NEGATA L' AUTORIZZAZIONE ALLA MANIFESTAZIONE PER IL DARFUR

(ANSA) - ROMA, 14 DIC - Le associazioni e i movimenti che avevano chiesto di potere effettuare un sit-in davanti a Palazzo Chigi per sollecitare l'impegno del governo in favore delle popolazioni del Darfur con un comunicato congiunto hanno protestato contro la mancata autorizzazione alla manifestazione. Nel comunicato, l'Associazione dei rifugiati del Darfur in Italia, il movimento per i diritti umani ''Italians for Darfur'' e l'Unione dei giovani ebrei italiani affermano che non e' stata autorizzata la manifestazione con cui volevano chiedere al governo italiano ''che a dicembre ha assunto la presidenza del Consiglio di sicurezza dell'Onu, un impegno concreto per sbloccare l'empasse che impedisce il dispiegamento della forza di pace di 26mila Caschi blu in Darfur''.
''E' stata infatti negata - si legge nel comunicato - l'autorizzazione al sit-in previsto davanti Palazzo Chigi per avanzare all'esecutivo la richiesta di un intervento nei confronti del governo sudanese, responsabile dei rallentamenti che hanno impedito finora il dispiegamento della forza di pace autorizzata dalla risoluzione dell'Onu del 1 agosto 2007 e che entro la fine di questo mese avrebbe dovuto essere operativa''. ''Nonostante ci venga impedito - sottolinea il comitato promotore delle iniziative per il Darfur - di avanzare pacificamente e democraticamente le nostre richieste al governo attraverso una manifestazione, non recediamo dal nostro intendimento di sollecitare le istituzioni a fare di piu' per impedire che nella regione del Sudan, martoriata da oltre quattro anni, continui il massacro di vittime innocenti''. ''A tal fine - conclude il comunicato - rivolgiamo un appello al presidente del Consiglio Romano Prodi, che ringraziamo per l'impegno economico annunciato a Lisbona per il Darfur e il Corno d'Africa, ad assumere un'iniziativa forte nei confronti del governo sudanese affinche' interrompa l'ostruzionismo che di fatto impedisce il dispiegamento della forza di peacekeeping''.
(ANSA).MIU 14-DIC-07 12:13 NNNN
--- --- ---
Ringraziamo Marco che ci ha fornito la traduzione in Inglese del nostro comunicato.

The Association of Darfur Refugees in Italy, the human rights movement "Italians for Darfur" and the Union of Young Italian Jews will not be able to demonstrate to ask the Italian government, that at December took over the presidency of the United Nations Security Council, for a real commitment to unblock the impasse that prevents the deployment of a UN peace force of 26,000 troops in Darfur.
Authorization has been refused for a sit-in in front of the Italian Parliament to promote the request for intervention with regards to the Sudanese government responsible for the slowdown that has prevented the deployment of the peace force authorized by the UN resolution of August 1st that should have been operative by the end of this month.
The committee for Darfur initiatives underlined "Despite our being prevented from promoting peacefully and democratically our requests to the government with a demonstration, we will not stop in our intention to urge the institutions to do more to prevent, in that region of Sudan, tormented for over four years, the continual massacre of innocent victims".
"To this end," the note concludes, "we direct an appeal to the Prime Minister, Romano Prodi, who we thank for the economic commitment announced at Lisbon for Darfur and the Horn of Africa, to assume a strong stance towards the Sudanese government until it interrupts the obstructionism that is preventing the deployment of the peace-keeping force".

--- --- ---
Un ringraziamento speciale a Marinella Barigazzi (http://www.marinellabarigazzi.com), autrice e traduttrice di libri per l'infanzia, che con il supporto di suo marito John Mason (inglese) ha tradotto il documento per noi.
--- --- ---

Etichette: ,

FOTOUP rilancia "Io bloggo per il Darfur": un invito a tutti i fotografi italiani

FotoUp, la rivista telematica del MAM Network, rilancia l'invito di Italians for Darfur ai fotografi, professionisti e appassionati, a questo indirizzo.
On-line, da lunedì, anche sul numero 6 di Witness Journal, il magazine online di reportage fotografici.
MAM network è una realtà che si occupa di informazione e comunicazione sotto diversi punti di vista. Grazie alle esperienze e professionalità dei suoi fondatori la società si occupa infatti di creazione di contenuti, progetti editoriali, marketing e comunicazione d'impresa.

Etichette: ,

giovedì, dicembre 13, 2007

Concerto di Natale: SMS al 48585, la Fondazione Don Bosco raccoglie fondi per il Darfur.





48585
: è il numero di telefono da ricordare. Dal 22 al 26 dicembre, ogni SMS inviato al Numero Unico Solidale 48585 della Fondazione Don Bosco nel Mondo permetterà, infatti, di devolvere un euro (o 2 euro chiamando lo stesso numero da telefono fisso Telecom Italia) ai progetti salesiani in Sudan, in particolare alla scuola per orfani del Darfur. Fondatore della scuola è Padre Vincenzo Donati, il missionario salesiano che Italians for Darfur ha deciso di sostenere in occasione dell'arrivo a settembre di 400 nuovi ragazzi. Quest'anno anche la Fondazione Don Bosco nel Mondo e Prime Time promotions hanno deciso di sostenere con forza il progetto di Don Vincenzo Donati, aprendo una ricca sezione on-line sul Darfur, PRODARFUR, e destinando tutto il ricavato del tradizionale Concerto di Natale, che si è tenuto a Verona il 9 dicembre e che sarà trasmesso su RAI 2 la sera del 24 dicembre alle 21, ai progetti di educazione e accoglienza dei ragazzi del Darfur.
Tra gli ospiti dell' Arena di Verona citiamo Michael Bolton, Niccolò Fabi, Anguun, Ornella Vanoni, Pino Daniele.

Etichette: , , ,

mercoledì, dicembre 12, 2007

L'O.N.U. nomina quattro esperti per vigilare sulla situazione in Darfur,ma le violenze continuano.

Nei scorsi giorni il segretario delle Nazioni Unite Ban Ki-moon ha nominato quattro esperti provenienti da diverse parti del mondo per monitorare la situazione in Darfur,soprattutto riguardo l'embargo di armi,il divieto di viaggio e il congelamento dei beni.
Il gruppo di esperti,istituito con risoluzione O.N.U.nel 2005,controllerà gli spostamenti degli individui che potrebbero violare i diritti umani nella regione,ostacolano il processo di pace o violano il diritto internazionale.
Importante sarà il loro apporto per bloccare il traffico di armi,soprattutto verso le milizie filo-governative,tra cui i Janjaweed.
Intanto le violenze in Darfur continuano: tocca al nord del Darfur stavolta,ma il copione è sempre lo stesso: aerei dell'esercito sudanese bombardano i villaggi,dopodichè entrano in scena i Janjaweed; ammazzano gli uomini,rapiscono i bambini e violentano e scherniscono le donne,saccheggiando e depredando tutto ciò che è possibile.

E’ triste,ma tutto ciò accade mentre il presidente del Sudan,Omar al-Bashir,promette di non ostacolare la missione dei caschi blu in Darfur,che finora conta solo 9.000 uomini dei 26.000 previsti. E il ripetersi del triste copione continua……

domenica, dicembre 09, 2007

Roma, 10-11 Dicembre: Fighting for Democracy in the Islamic World

La conferenza internazionale Fighting for Democracy in the Islamic World è la continuazione della conferenza di Praga “Democracy & Security” promossa lo scorso giugno dal Prague Security Studies Institute, dall’Adelson Institute-Shalem Center e dalla FAES Foundation for Social Research and Analysis.
A Roma come a Praga i protagonisti saranno dissidenti, intellettuali e politici perseguitati nei loro paesi, in prima linea nella battaglia per i diritti umani, per libertà e per la democrazia.

La conferenza è promossa dalle fondazioni Magna Carta, Farefuturo e Craxi, dall’Associazione Appuntamento a Gerusalemme e dall’Adelson Institute-Shalem Center.

La conferenza metterà a confronto i dissidenti con i leader europei per cercare insieme risposte coraggiose e concrete che questa fase storica richiede. Parteciperà. tra gli altri, Mudawi Ibrahim Adam, fondatore e Presidente dell'Organizzazione per lo Sviluppo Sociale nel Sudan (OSSS). Sotto la sua guida, la OSSS è diventata la più grande organizzazione non governativa sudanese, implementando progetti riguardanti la sanità, l'acqua potabile, il supporto all'educazione, così come progetti riguardanti la salute pubblica e l'alimentazione. Il Dottor Mudawi ha passato sette mesi in prigione nel 2004 e è stato nuovamente arrestato nel gennaio del 2005 per aver reso noto al pubblico il ruolo del governo sudanese nella violazione di massa dei diritti umani avvenuta in Darfur. [segnalazione di Sharon]

Etichette:

L'Italia stanzia fondi per il Darfur

Firmato un accordo di peace facility al vertice Ue-Africa

Destinati 40 milioni di euro"prioritariamente"alla regione sudanese e al Corno d'Africa

Alla fine al vertice di Lisbona di Darfur se ne è parlato, ma soltanto a margine dei lavori del summit UE - Africa. I responsabili della politica estera di alcuni paesi europei hanno incontrato il presidente sudanese Omar al Bashir per avanzare la loro inquietudine per il dramma del Darfur e, soprattutto, per il ritardo dell'avvio della forza di pace dell'Unione Africana nella martoriata regione sudanese. A questo proposito, l'Italia - e permettetemi di dire che se finalmente il nostro Paese si è finalmente esposto in modo concreto per il Darfur è anche grazie al nostro impegno e alla campagna di mobilitazione e informazione che abbiamo messo in campo negli ultimi mesi - e l'Unione africana hanno firmato un accordo per una peace facility italo-africana da 40 milioni di euro, che sarà destinata prioritariamente al Darfur e al Corno d'Africa. Anche in questo caso la firma dell'accordo è avvenuta a margine del vertice. Per l'Italia ha partecipato alla cerimonia il presidente del Consiglio Romano Prodi, mentre per l'Unione Africana era presente il presidente Alpha Omar Konar‚.Per quanto concerne i temi trattati ufficialmente in questo primo summit fra Unione Europea e Africa vi segnalo l'adozione dei principi del nuovo "parternariato strategico" a mezzo secolo dalla fine del colonialismo e la cosidetta nuova "relazione fra uguali" auspicata da Jos‚ Socrates, premier portoghese e presidente di turno dell'Ue. Sinceramente un po' poco per un vertice atteso da sette anni... E pensare che è stato fortemente voluto dall'Unione Europea soprattutto perché teme di perdere piede nell'immenso mercato africano soprattutto di fronte all'avanzata inarrestabile della Cina - assai meno preoccupata dell'Europa di far corrispondere la distribuzione di aiuti e investimenti al buon governo, come ha fatto rilevare ieri il cancelliere tedesco, Angela Merkel. Il primo giorno del vertice ieri ha messo in bella luce del resto tutte le divergenze fra europei e africani. A partire dall'impazienza dei leader del continente nero di fronte a quelle che vengono percepite come lezioni indebite.Fra i punti del contendere: le richieste di indennizzi per l'era coloniale da parte del leader libico Muammar Gheddafi, le proteste per la presenza del presidente dello Zimbabwe Robert Mugabe (il premier britannico Gordon Brown ha boicottato il summit mandando la sua inviata baronessa Valerie Amos, presidente della Camera dei Lord e grande esperta africana del governo); e piú in generale il tema dei diritti umani, esposto da un discorso molto fermo di Merkel contro Mugabe, rintuzzato poi dal presidente senegalese Wade. Non so a voi, ma a me la Merkel piace sempre di più. Non a caso è una dei leader europei più impegnata per il Darfur.


Aggiornamenti sulla campagna di Italian Blogs for Darfur per il Darfur: da maggio 2006 chiediamo a Rai, La7 e Mediaset che si parli del conflitto in Darfur. E non solo. Il silenzio delle democrazie è la migliore arma dei tiranni.INFO









newsletter IB4D


Campagna di disinvestimento mirato

Un lavoro, un futuro.
Scuola tecnica per orfani del Darfur di Padre Vincenzo Donati
INFORMAZIONI

BONIFICO BANCOPOSTA BancoPosta

CIN S ABI 07601 CAB 10300 - conto N. 000039521117