sabato 28 febbraio 2009

La campagna on-line “L’ottima presenza su Internet del movimento è anche data dalla necessità di compensare attraverso la Rete, la scarsa presenza, sulle televisioni nazionali, di notizie sul conflitto nel Darfur” Terzo Settore n°10, Il Sole 24 Ore La scommessa di Italians for Darfur è stata sin dagli inizi l’uso della rete quale strumento di amplificazione dell’informazione e di aggregazione sociale affinché si costituisse anche on-line un vero e proprio movimento a favore di una maggiore copertura mediatica della crisi umanitaria in Sudan. Diversamente da altre associazioni ed organizzazioni, per le quali, soprattutto nel panorama italiano, internet resta una vetrina della struttura e delle attività esterne alla rete, Italians for Darfur ha ritenuto da subito che Internet, indipendente dai tradizionali media ma non ancora alternativo a questi in termini di accessibilità e penetrazione, esprima potenzialità comunicative finora inattese di riverberazione dell’ informazione, della cui qualità continuano ad essere garanti i professionisti del settore: è quindi attiva, dal 2006, una campagna on-line (vedi allegato) che fa leva sulla partecipazione degli utenti dei blog e dei principali social network italiani e internazionali, quali Facebook, Myspace, Flickr, Youtube, senza dimenticare le esperienze di citizen journalism grazie a collaborazioni con siti e servizi del settore, per chiedere ai media mainstream italiani una maggiore copertura della crisi in Darfur e nelle altre regioni del mondo dimenticate. Il blog ufficiale del movimento, denominato Italian Blogs for Darfur, è il corpo centrale della campagna, recensito anche dalla rivista Terzo Settore del Sole 24 Ore e ospitato più volte al salone PiùBlog della Fiera di Roma. Nel solo 2008 ha registrato oltre 17.000 visite, non poche considerato il tema purtroppo non così popolare, delle quali ben il 34% provenienti da collegamenti esterni da altri siti e blog associati, a riprova della rete in questi anni formatasi in maniera trasversale attraverso tutta la comunità on-line non solo italiana ma anche internazionale, grazie alla partecipazione a simili campagne nel resto del mondo e collaborazioni con blogger sudanesi; è significativo il fatto che nel 2008 il blog sia stato visitato 63 volte anche in Sudan, dal quale riceviamo testimonianze di operatori umanitari che prestano servizio nel Paese. Sempre in Sudan, Italian Blogs for Darfur è risultato essere tra i primi 13 blog visitati dalla community online sudanese secondo la classifica stilata dalla stessa blogosfera sudanese del Sudan’s Daily Voices. La bloglist ufficiale consta di oltre 100 bloggers registrati, che espongono nella loro homepage i banner di Italian Blogs for Darfur e ne riprendono i contenuti. A partire dal 2009, è inoltre attiva, anche su Facebook, oltre al gruppo e a pagine dedicate, una applicazione sviluppata in ambiente FBML con pagine informative e l’immancabile appello per una maggiore qualità dell‘informazione sulla crisi in Darfur. Nel giro di poche settimane l’applicazione è stata aggiunta da oltre 2500 persone. Molta importanza è stata data anche alle collaborazioni con il mondo della musica on-line, tra le quali quella con i Negramaro, che nel 2008 hanno sponsorizzato la campagna on-line di Italians for Darfur nel loro spazio Myspace, producendo un clip video per la giustizia in Darfur proiettato anche prima del loro concerto a San Siro, Milano, il maggio scorso. • Il Darfur in rete Contrariamente a quanto accade nei principali telegiornali italiani, nei quali, secondo la ricerca condotta dall’Osservatorio di Pavia per Medici senza Frontiere, il Darfur occupa solamente poco più di un’ora all’anno di notizie, gli utenti della rete hanno la possibilità di seguire con continuità l’evolversi della crisi umanitaria in Darfur, soprattutto grazie all’accessibilità di aggregatori di notizie ed edizioni telematiche dei principali quotidiani esteri. Scarsa è invece la copertura del conflitto nelle agenzia di stampa italiane in rete, nelle quali viene confermata la tendenza a preferire comunicati o iniziative pubbliche di sensibilizzazione di noti personaggi dello spettacolo, soprattutto se hollywoodiani, o di avvenimenti comunque riconducibili alla realtà politica italiana, piuttosto che gli stessi tragici sviluppi del conflitto in Darfur. E’ risultata essere di particolare impatto, anche alla luce di queste considerazioni, la diffusione della canzone Living Darfur dei Mattafix, che pur essendo stata prodotta nel 2007, è stata ripresa da tantissimi utenti della blogosfera italiana anche nel 2008. In definitiva, mentre la rete anglofona dimostra una maggiore attenzione alla crisi, in Italia le iniziative on-line di Italians for Darfur restano l’unica realtà strutturata di promozione e sensibilizzazione della community on-line sui diritti umani in Darfur.

Italians for Darfur - post

mercoledì 25 febbraio 2009


Gli accordi di Abuja, scusate di Doha...
Mi riesce difficile pensare che gli accordi siglati in Qatar posssano tradursi in nuove opportunità di pace.L'incontro a Doha non è stata la "shura" tanto auspicata da anni tra le parti coinvolte nel conflitto in corso, ma, più probabilemente, una coincidenza di interessi attuali, la liberazione dei ribelli del JEM prigionieri a Khartoum e la necessità del governo sudanese di migliorare la propria immagine dinanzi alla comunità internazionale che si appresta - forse- a chiedere l'arresto del Presidente sudanese.Al'indomani dell'accordo, infatti, il JEM accusa il governo sudanese di due nuovi attacchi alle sue posizioni nella regione est del Jebel Mara.Alcuni giorni prima, le Nazioni Unite intimavano il Sudan di eliminare il blocco ai voli umanitari dell'organismo internazionale nel Sud del Darfur, teatro di gravissimi scontri.Alcuni anni prima Minni Minnawi del Sudan Liberation Movement firmava l'accordo di Abuja.Poco dopo Suliman Ahmed era costretto a fuggire dal Darfur e ancora sopravvive in Italia.
mercoledì, febbraio 18, 2009

Gli accordi di Abuja, scusate di Doha...
Mi riesce difficile pensare che gli accordi siglati in Qatar posssano tradursi in nuove opportunità di pace.L'incontro a Doha non è stata la "shura" tanto auspicata da anni tra le parti coinvolte nel conflitto in corso, ma, più probabilemente, una coincidenza di interessi attuali, la liberazione dei ribelli del JEM prigionieri a Khartoum e la necessità del governo sudanese di migliorare la propria immagine dinanzi alla comunità internazionale che si appresta - forse- a chiedere l'arresto del Presidente sudanese.Al'indomani dell'accordo, infatti, il JEM accusa il governo sudanese di due nuovi attacchi alle sue posizioni nella regione est del Jebel Mara.Alcuni giorni prima, le Nazioni Unite intimavano il Sudan di eliminare il blocco ai voli umanitari dell'organismo internazionale nel Sud del Darfur, teatro di gravissimi scontri.Alcuni anni prima Minni Minnawi del Sudan Liberation Movement firmava l'accordo di Abuja.Poco dopo Suliman Ahmed era costretto a fuggire dal Darfur e ancora sopravvive in Italia

mercoledì 11 febbraio 2009

ندوة طلاب Brletta


سليمان احمد


lunedì, febbraio 09, 2009

Shoah, Rwanda, Darfur......per non dimenticare....
Uno stop incondizionato a tutte le guerre nel mondo, e stop a ogni forma di discriminazione! Con queste parole, Suleiman Ahmed, rappresentante in Italia dei rifiugiati del Darfur, ha chiuso il suo intervento nel corso di una manifestazione per la "giornata della memoria", presso il Liceo Scientifico "Carlo Cafiero"di Barletta.L'evento, organizzato dall'istituto, in collaborazione con Italians for DarfurPuglia, Arci, Europa Giovane ed U.d.s., è stato uno dei momenti di una serie di iniziative promosse in città dalle associazioni di volontariato.Obiettivo: ricordare a tutti ciò che è accaduto nei campi di concentramento oltre sessant'anni fa, ma soprattutto non chiudere gli occhi su quello che sta accadendo in tante parti del Mondo, dalla Palestina alla Somalia, dall'Ogaden al Darfur.Un percorso che va dalla Shoah al Darfur, passando per il Rwanda, il tutto contornato dalle foto raccolte dagli alunni del Liceo e dalle vignette, frutto della campagna "Una vignetta per il Darfur, diamo colore all'informazione" con le tavole di numerosi illustri vignettisti italiani, tra cui Staino, Mauro Biani, Piero Tonin, Vincino e tanti altri.L'intervento finale di Suleiman apre gli occhi su come se la passano tutti i giorni decine di migliaia di persone, che hanno un solo obiettivo:vivere, e farlo con tranquillità, accanto alla propria famiglia, senza essere costretti a scappare e chiedere asilo politico in un'altra nazione, in Italia per Suleiman, senza avere la possibilità di ricongiungersi con i proprio cari, cosa che accade solo in Italia.Il tutto nel totale silenzio dei media e nell'indifferenza generale.
Italians for Darfur - post scritto da Antonio at sabato, febbraio 07, 2009